Le diseguaglianze nelle periferie urbane nel nuovo rapporto di Save The Children
«Le periferie urbane oggi sono le vere città dei bambini perché è lì che vive la maggior parte di loro, ma spesso – dice Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children – non offrono spazi, stimoli e opportunità adeguati alla crescita, alimentando, invece, isolamento e marginalità”
Quasi 3 milioni e 800 mila bambini e adolescenti in Italia ( 2 su 5) vivono nelle 14 citta metropolitane, spesso in quartieri svantaggiati e privi di spazi, stimoli e opportunità per crescere. Affrontano quindi disuguaglianze profonde, che possono fare la differenza in positivo o in negativo nel futuro di bambini e ragazzi, che crescono in regioni diverse, ma anche in due diversi quartieri di una stessa grande città.
Questi i dati principali diffusi con il rapporto di Save the Children “Fare spazio alla crescita”, in occasione del lancio della nuova campagna di sensibilizzazione “QUI VIVO”, che vuole mettere al centro dell’attenzione i bambini, le bambine e gli adolescenti che vivono nelle periferie, non solo geografiche ma anche sociali ed educative nel nostro Paese.
Le difficoltà partono dalla case di residenza: il 39,1% dei minori vive in abitazioni sovraffollate, spesso con tetti o infissi danneggiati e con alti tassi di umidità.
Per non parlare dei 13.000 minori senza fissa dimora che vivono in Italia, dei quali il 64% si trova nelle città metropolitane, concentrato nella grande maggioranza dei casi nelle sole aree di Milano, Napoli e Roma.
Anche le scuole non offrono spazi adeguati: sprovviste nel 63% dei casi certificati di agibilità, spesso non sono dotate di aule tecniche o informatiche (presenti solo nel 34% delle scuole primarie e nel 50% di quelle secondarie), nè di palestre (presenti solo nel 40% delle scuole primarie e nel 50% delle secondarie) o di spazi mensa adeguati ( presenti solo nel 42% delle scuole primarie e nel 26,8% delle scuole secondarie di primo grado). La scarsa offerta del tempo prolungato riduce la possibilità per gli studenti di svolgere attività di studio pomeridiano in ambienti tranquilli e adatti all’apprendimento, oltre che di partecipare ad attività extra-curriculari, ricreative, sportive, culturali e artistiche. In Italia, infatti, solo il 38% delle classi della scuola primaria garantisce il tempo pieno, contro il 13,3% delle classi della scuola secondaria di primo grado.
Infine gli investimenti negli spazi pubblici sono del tutto insufficienti: la superficie dei parchi urbani è davvero troppo limitata: solo 1,4 metri quadrati per persona, mentre per le aree attrezzate fruibili (come piazze e aree ricreative) siamo a 1 metro quadro per bambino. Il 30% delle famiglie, inoltre, lamenta grandi difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici nella zona di residenza.
Questa carenza di spazi si accentua particolarmente nelle città metropolitane, dove vive il 15% di tutti bambini e i ragazzi tra 0 e 19 anni con una evidente disparità nell’accesso agli spazi abitativi, scolastici e pubblici adeguati. Save the Children, con questo rapporto, disegna anche una precisa mappa geografica delle disuguaglianze nelle 14 aree metropolitane italiane: nelle stesse città emergono infatti differenze sostanziali tra i diversi quartieri e lo svantaggio è molto più elevato in alcuni municipi: 9 su 15 nel caso di Roma, 6 su 9 a Milano e 7 su 10 a Napoli, per citare i dati delle tre più grandi aree metropolitane italiane
Per colmare queste disuguaglianze è necessario cercare di ridisegnare dal punto di vista dei bambini – gli spazi urbani, a partire dalle periferie. Sono infatti proprio le periferie le vere città dei bambini, perché è lì che vanno a risiedere molte delle nuove famiglie. Periferie molto diverse tra loro, ma spesso accomunate da una condizione di isolamento e di marginalità, degrado urbano e mancanza di luoghi di aggregazione.