Peer tutoring e mentoring per mettere al centro studenti e studentesse
Grande affluenza alle “Giornate della Didattica”, l’appuntamento svoltosi il 4 e 5 settembre promosso dall’assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Verona.
Quasi 50 docenti hanno seguito il workshop da noi tenuto il 5 settembre sul tema “Peer tutoring e mentoring: contrastare l’esclusione mettendo al centro gli studenti”. Sofia Sabatino, presidente Ed-Work, ha sfruttato il tempo a disposizione per dare loro un assaggio di come ad Ed-work valorizziamo il peer tutoring e il mentoring nei laboratori con e per le scuole, che ideiamo sulla base dei bisogni individuati dalle/dai docenti.
Eccoci alle prese con l’allestimento, che – come nel nostro stile – ha previsto un continuum tra fisico e virtuale.
Intensa è stata la partecipazione e il contributo di tutti, che abbiamo raccolto con Mentimeter. Per “mettere al centro della didattica l’unicità di uno o più studenti, nonostante le difficoltà” si conferma quindi l’efficacia di alcune chiavi principali.
Ecco i pensieri dei docenti che hanno partecipato:
- L’attenzione dalla relazione :
- “Mettendo da parte la didattica. favorendo la socializzazione, il racconto di sè, l’espressione dei desideri”;
- “Ogni volta che gli alunni hanno avuto la possibilità di esprimere pensieri e stati d’animo”;
- Quando mi sono messa da parte come insegnante e ho lasciato spazio ai ragazzi”;
- L’ascolto attivo:
- “Quando ho accompagnato lo studente nel suo cammino, dopo che mi aveva raccontato le sue difficolta”;
- “Quando sono riuscita a rispettare i suoi bisogni e non quelli didattici”;
- Quando ho usato tecniche proiettive per iniziare a parlare di un tema e ho lasciato che gli studenti si esprimessero e raccontassero il loro vissuto”;
- La didattica cooperativa:
- “Quando ho dato fiducia alla mia classe più turbolenta facendoli lavorare a gruppi e osservandoli collaborare efficacemente”;
- La peer education:
- “L’aiuto di un compagno che ha interagito con l’alunna in condizione di disabilità intellettiva nei momenti in cui lei si irrigidiva e non riusciva a seguire le indicazioni delle docenti;
- “Quando a un bambino autistico non verbale a basso funzionamento sono stati affiancati a rotazione tre compagni per giocare a ricreazione”.
In conclusione, siamo orgogliose dei piccoli risultati raggiunti e di aver contribuito ad ispirare ancora qualche docente .
La rete, quindi, si allarga!
Scarica qui la pubblicazione distribuita durante l’evento e la presentazione